Storia della Marcia Reggimentale

Italiano

Storia della Marcia degli Rainer
(composta nel 1915)


 

Hans Schmid
Prof. Hans Schmid (1893 – 1987), Compositore
Nato a Znaim in Moravia merid. il 20 novembre del 1893
Morto a Salt Lake City, USA, il 28 maggio 1987
Sepolto in una tomba d’onore nel cimitero comunale di Salisburgo




Sull’origine della Marcia di Rainer, Hans Schmid riferirà in seguito:

“Già durante i primi giorni di guerra a Rudno (Galizia), presi la decisione di comporre una marcia per il mio reggimento. A quel tempo infatti il Reggimento “Deutschmeister” (Reggimento di Fanteria Imperiale e Regia n° 4) aveva già la sua marcia propria. Quindi perché il 59° non avrebbe dovuto avere anch’esso la sua “Marcia di Rainer?”, mi sono detto allora.

Detto-fatto. Preparai alcuni schizzi di prova e poi scelsi la melodia migliore. Come introduzione utilizzai il segnale del reggimento. Nella seconda parte del trio (fortissimo) inserii la marcia generale nella parte delle trombe. Un compagno di musica, il caporale Joseph Schopper, scrisse poi su mia richiesta il testo originario della composizione, corrispondente al tempo di allora. Poco dopo nacquero anche altri testi.

Nell’autunno del 1915 orchestrai la marcia. Fu – mi ricordo perfettamente – nelle vicinanze di Chorlupy, in una cappella ortodossa gravemente danneggiata dalle granate. Mi costrinsi al lavoro su uno stretto banco di chiesa. Fuori pioveva a dirotto. Annotai solo le voci per i singoli strumenti con la matita sulla carta da musica – due cose queste che ho sempre portato con me durante la guerra. Dopo aver finito il lavoro, all’imbrunire, tornai al mio “alloggio”, una grotta scavata a mano, che dividevo con due compagni d’armi. Mi addormentai poi con la testa piena di mille pensieri e dubbi se la marcia fosse stata ben accolta.

Il giorno dopo ci furono le prove sotto la guida del tamburino del reggimento Josef Dobes e la marcia ebbe un’accoglienza entusiastica da parte di tutti i compagni di musica. Nel bel mezzo delle prove un aereo nemico sganciò delle bombe nelle vicinanze ma per fortuna non successe nulla. A quel tempo la musica del reggimento era assegnata al comando della III Divisione (Divisione-Edelweiss).

Gli austriaci allora si trovavano in marcia verso est e raggiunsero la città di Olyka. La musica venne alloggiata nella sala del teatro del castello dove si trovavano gli alti comandi del XIV° e di altri reggimenti. Proprio lì, ad Olyka, mi fu affidata la direzione musicale del reggimento. Ogni giorno doveva essere dato un concerto all’aperto.

Già durante il primo concerto, la Cappella suonò la “Marcia di Rainer” sotto la direzione del suo nuovo Direttore d’orchestra – a quel tempo avevo 22 anni e la qualifica di sergente. Erano presenti il generale feldmaresciallo-luogotenente Roth-Limanova ed altri generali. Il coro dei soldati cantò in trio in modo pregevole e l’effetto acustico all’interno del cortile del castello di Olyka fu meraviglioso. La nuova marcia fu accolta in modo entusiastico da ufficiali e truppe e dovette essere ripetuta. Da questo momento in poi “la nuova Marcia di Rainer” iniziò la sua marcia trionfale. Dedicai la mia marcia al mio reggimento. Nel 1916 sul fronte italiano, sul monte Cimone, riuscii addirittura a dare al mio comandante di reggimento, il colonnello Maximilian Lauer, una trascrizione per pianoforte della composizione con dedica. Il comandante accettò questo gesto con i ringraziamenti del reggimento”.

Fonte: “Hans Schmid 1893-1987 – Vita di un compositore” di Karl Müller in collaborazione con Johann Müller

Testo (tedesco) & Melodia:

1° strofa
Hoch Regiment der Rainer, als tapfer allbekannt,
wir schützen unsre Heimat und unser Vaterland.
Wir siegen oder sterben für unser Heimatland,
die Feinde wir verderben, hoch Salzburg, unser Land!
2° strofa
Hoch Regiment der Rainer, wir stehen fest zur Wehr,
wir stürmen und wir schlagen mit Kolben und Gewehr.
Die Feinde müssen weichen, sie kennen unsre Hand,
kein Regiment desgleichen, hoch Salzburg, unser Land!
3° strofa
Vom Inn bis zu den Tauern reicht unser Heimatland,
kein Feind soll es erschauen mit Waffen in der Hand.
Kein Feind kann uns bedrohen so lang's noch Rainer gibt,
denn Mut im Kampfeslohen zeigt, wer die Heimat liebt!
4° strofa
Der Weltkrieg hat gefordert viel tapfres Rainerblut,
mit rauher Hand zertrümmert so manches Hab und Gut.
Am Feld der Ehre blieben, getreu bis an das End,
fünftausend Kameraden vom Rainer-Regiment!

Testo originale: Caporale Josef Schopper
Melodia: Prof. Hans Schmid

Oggi l’originale della composizione viene conservato nel archivio della provincia di Salisburgo.
 

Militaermusik Salzburg Galakonzert

Rainermarsch - Banda del Comando Militare di Salisburgo

Informationi sulla banda del Comando Militare di Salisburgo si trovano qui>>.

Lei trova informazioni sulla banda tradizionale "Rainermusik Salzburg" qui>>

Vorderseite CD5

 

Truppe sul fronte sud-ovest

Italiano

COMPAGNI D'ARME SUL FRONTE SUD-OCCIDENTALE

"Tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco"
(Gustav Mahler et al.)
“Tradizione e cameratismo devono andare insieme”

 

I contributi che seguono sono estratti dagli scritti commemorativi del comando militare di Salisburgo (1963-2013), e rappresentano i 4 rispettivi corpi d’armata nel loro significato militare storico e attuale. Editore. BMLVS (2O13); Redazione: MilKdo S, Vienna: Heeresdruckzentrum (Centro stampa dell‘Esercito - Autorizzazione alla stampa concessa amichevolmente).

 

»Der Rainerbund – ein langjähriger Partner des MilKdo S
(Il Rainerbund: un partner di lunga data del comando militare di Salisburgo)

 

Il Reggimento di Artiglieria da campo Numero 41, il Battaglione Imperial-regio di Schuetzen volontari Salisburghesi, il Reggimento di Fanteria Numero 59 Rainer, e i Reggimenti di Schuetzen imperiali hanno sofferto e combattuto da fedeli commilitoni su diversi fronti, come il fronte dei Carpazi, della Carnia, delle Dolomiti e nelle battaglie dell’Isonzo.In loro memoria e tenendo conto delle due citazioni precedenti, le associazioni tradizionali e i successori dei reggimenti citati - come il Rainerbund di Salisburgo, l’Associazione di Artiglieri, gli ex Schuetzen volontari e gli Schuetzen imperiali di Salisburgo - vogliono rinsaldare e rafforzare i loro legami, presentandosi insieme sul sito del Rainerbund di Salisburgo.

 

»Der Artilleristenbund und das Militaerkommando Salzburq
(L’associazione di Artiglieri e il comando militare di Salisburgo)

»Ehemalige k.k. Freiwillige Schuetzen Salzburg
(Ex Schuetzen Imperial-regi volontari​​)

»Kaiserschuetzen Salzburg

 

Reggimento

Italiano

Storia del Reggimento Rainer
(un estratto molto abbreviato...)

Il reggimento fu costituito nel 1682 dall’imperatore Leopoldo I° come reggimento di fanteria “Colonnello van der Beckh”, in occasione dell’allora ennesima minaccia che l’Austria aveva subito da parte dei Turchi. In seguito il reggimento si fece valere su tutti i campi di battaglia europei. Nel 1769 al reggimento fu assegnato il N° 59.
 

Salzburg und Oberösterreich - Rekrutierungsgebiet des IR 59 Quando nel 1816 il ducato di Salisburgo venne definitivamente annesso all’Austria, al reggimento vennero assegnate come regioni di reclutamento l’intera zona di Salisburgo e la regione dell’Inn e dell’Hausruck in Alta Austria. Così il reggimento divenne il “reggimento di casa” di Salisburgo.






 

EH Rainer von Oesterreich

Nel 1852 l’arciduca Rainer Ferdinand, un nipote dell’imperatore Francesco I°, fu nominato ultimo titolare del reggimento. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1913, l’imperatore Francesco Giuseppe ordinò che il reggimento recasse “per sempre” il nome di “Arciduca Rainer”. Ed è a questo reggimento che l’imperatore stesso, dopo la battaglia di Solferino, indirizzò le indimenticabili parole: “Questo reggimento fa parte dei più coraggiosi dei coraggiosi”.

 

 


 

 

Obst. SchilhawskyL’intervento bellico durante la prima guerra mondiale durò quattro anni (dal 1914 al 1918) sui fronti russo ed italiano. All’inizio del novembre del 1918, terminato il conflitto, il reggimento venne ricondotto da Bolzano alla guarnigione di casa di Salisburgo dall’ultimo suo comandante, il tenente colonnello Richard von Schilhawsky. In seguito venne sciolto come tutti gli altri reggimenti dell’esercito Imperiale e Regio.

 

 

 

 

Una descrizione piú dettagliata della storia del reggimento si trova nella rivista sottostante, disponibile nel chiosco del museo.

Die "Rainer" - Das Salzburger Hausregiment 
("Rainer" - Il Reggimento della Fanteria di Salisburgo)
Hermann Hinterstoisser
Oesterreichischer Milizverlag, Salzburg 
Pallasch - Zeitschrift für Militaergeschichte - Organ der Oesterreichichen Gesellschaft fuer Heereskunde; S6, Juli 2014 
ISBN: 978-3-902721-98-3
 

prezzo: 8 €

 

 

Prima Guearra Mondiale

Italiano

Prima guerra mondiale 1914-1918
(Il Fronte del Tirolo 1915 – 1918)


L’antefatto

EH Ferdinand und Gattin SophieArciduca Francesco Ferdinando e sua moglie,  Sophie Duchessa von Hohenberg,

Il 28 giugno 1914, l’erede al trono austriaco Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie,  Sophie Duchessa von Hohenberg, erano vittima di attentatori bosniaci a Sarajevo - oggi li si definirebbero terroristi. Mandanti dell’attentato erano gli appartenenti ad un’associazione segreta serba chiamata “Unità o morte”. L’Austria-Ungheria decise quindi di inviare un ultimatum al Regno di Serbia in cui si chiedeva la punizione degli organizzatori dell’attentato. Poiché l’ultimatum non ebbe risposta nella forma richiesta, la monarchia danubiana dichiarò guerra alla Serbia in data 28 luglio 1914. Questo evento causò – innescato dalla politica delle alleanze europee della Triplice Alleanza (Austria-Ungheria, Germania e Italia) e dall’Entente cordiale(Francia, Gran Bretagna e Russia) – una valanga di mobilitazioni e dichiarazioni di guerra che condussero al definitivo primo conflitto mondiale ed all’estinzione di tre grandi regni: la monarchia imperale e  regia danubiana Austria-Ungheria, l’Impero tedesco e il regno degli Zar russi.

Mappa dei sistemi di alleanze in Europa 1914 –    Apri mappa alleanze 1914.pdf 

Le forze armate di Austria-Ungheria

In risposta alla mobilitazione generale della Russia, l’Austria-Ungheria mobilitò tutte le sue forze armate il 4 agosto 1914. Queste erano costituite - una peculiarità della monarchia austriaca – da tre eserciti co-esistenti, equivalenti e subordinati a tre diversi ministeri: l’esercito e la marina Imperiali e Regie comuni, l’esercito nazionale Imperal Regio e la relativa milizia territoriale e l’esercito nazionale ungherese e la relativa milizia territoriale (Honvéd©d). Dei però ungheresi, 13 cechi, 4 slovacchi, 8 polacchi, 8 ucraini, 2 sloveni, 9 serbi o croati, 7 romeni e un italiano. Tuttavia nei singoli reggimenti di fanteria e cavalleria predominavano le diverse nazionalità - quindi oltre al tedesco, lingua di comando, vi erano anche diverse lingue di reggimento.

Nella fase iniziale dalla guerra il peso principale del combattimento fu portato dalla fanteria, dalla cavalleria, dall’artiglieria e dalla truppa del treno. A loro supporto c’erano le truppe tecniche, mediche e di servizio. All’inizio della guerra i dirigibili e le truppe motorizzate erano solo nelle formazioni, acquistarono sempre più importanza nel prosieguo del conflitto.  I confini dell'Impero contro la Russia, la Serbia, il Montenegro e l'Italia, così come le regioni costiere, erano protetti da fortificazioni con armamento bellico e preparazioni diversi. La guerra – specialmente quella di posizione e sulle alte montagne – portò a notevoli cambiamenti nell’organizzazione, nell’armamento e nella regolazione delle forze di combattimento, e creò inoltre una nuova immagine del soldato.

L’entrata in guerra dell’Italia

All’inizio della guerra nel 1914 il Regno d’Italia si era svincolato dal proprio compito nell’ambito della “Triplice Alleanza” con una dichiarazione d’impegno di neutralità. Ma ben presto cominciò a preparare la possibile futura entrata in guerra contro gli ex-alleati, attraverso colloqui conoscitivi segreti con le potenze dell’Entente, Russia, Francia e Gran Bretagna. Lo slogan usato per questo atteggiamento era: “sacro egoismo”. Nell’aprile del 1915, l’Italia si era già fatta approvare a Londra le proprie rivendicazioni territoriali nei confronti dell’Austria-Ungheria – il Tirolo fino al Brennero, il Friuli e Trieste e dintorni. Il 4 maggio 1915 l’Italia sciolse di fatto il suo accordo con la Triplice Alleanza. A quel tempo ormai erano stati già fatti tutti i preparativi militari per entrare in guerra con le potenze dell’intesa. La dichiarazione di guerra contro l'Austria-Ungheria ebbe luogo il 23 maggio 1915 a Vienna e a Budapest. L'imperatore Francesco Giuseppe I° reagì alla questione con un manifesto, le cui frasi iniziali avevano questi toni:

Il Imperatore Franz Josef I (ca. 1910, Wikipedia)



"Ai miei popoli! Il Re d’Italia mi ha dichiarato guerra. Un simile tradimento, di cui la storia non ha memoria, è stato commesso dal regno d’Italia ai suoi due alleati…"

Il fronte del Tirolo

Al momento della dichiarazione di guerra dell’Italia, il confine del Tirolo si presentò all’aggressore quasi senza protezione militare. Fanteria e reggimenti di cacciatori dell’esercito comune e dell’esercito nazionale, addestrati per la guerra sulle montagne, combattevano sui teatri di guerra orientali. La difesa territoriale poggiava sulle spalle di poche “compagnie di aggiunta”, milizie territoriali di riservisti e truppe di gendarmeria e polizia doganale.

Panzerwerk Forte LeoneIl Forte Leone sul Cima Campo, conquistato il 12 novembre dal battaglione di fucilieri di Merano (Standschuetzen-Bataillon Meran)
Kappenabzeichen der Tiroler Standschützendistintivo sul berretto dei fucilieri tirolesi

A queste poi si aggiunsero compagnie, formatesi secondo l’antica tradizione in gran velocità, di bersaglieri del Tirolo e del Vorarlberg, associazioni di volontari provenienti dai vari paesi della Corona austriaca - giovani, anziani e meno idonei al servizio militare. Le fortezze di frontiera - fatta eccezione per le opere dell'altopiano di Lavarone - erano obsolete. Ragioni strategiche costrinsero il comando dell’esercito ad arretrare la linea difensiva in alcune zone, ad abbandonare il suolo austriaco ed evacuare i villaggi.

In un momento di disperato bisogno fu portato un certo sollievo dall’arrivo del corpo degli Alpini tedeschi con il comandante Krafft v. Delmensingen a Bressanone e Brunico, dal 25 maggio 1915. Durante l’attraversamento di un villaggio tirolese pare abbia posto questa domanda: “Non vedo un solo uomo nell’intero villaggio, solo donne, vecchi e bambini. Dove sono in realtà tutti i tirolesi?”. La risposta fu: “La gioventù è sepolta in Galizia orientale, coloro che sono ancora in vita rincorrono i russi appunto. Ed i giovanissimi e gli anziani stanno lì, dove stiamo andando noi.”

Poi, in rapida successione, ancora nel maggio del 1915, sopraggiunsero in Tirolo le truppe austriache che vennero sottratte ai teatri di guerra orientali. Questo fece sì che il fronte sudoccidentale raggiunse in poco tempo uno stato di difesa di circa 224.500 fucili, 3.000 cavalieri e 640 pezzi d’artiglieria mobili. Con queste forze fu possibile mantenere la linea di difesa del Tirolo, al netto di alcune vette isolate, fino alla fine della guerra nel 1918. Dopo il sanguinoso inverno di guerra 1915/16, il 15 maggio 1916 l’Austria-Ungheria partì dalla zona dell’Alto Adige con la sua offensiva che è entrata nella storia come “spedizione punitiva”. Questa, riuscì a portare in mani austriache qualche territorio nella zona di Asiago – Arsiero e le fortezze difensive italiane, non ottenendo pur tuttavia l’agognato traguardo e cioè lo sfondamento delle linee nella pianura veneta.

guerra di montagna

guerra di montagna

La guerra di montagna sull’Ortles, al Tonale e sulle Dolomiti proseguì con incessante durezza e portò sul fronte sudtirolese un secondo inverno di guerra con tutti gli orrori e le perdite. La guerra con le mine, con le sue esplosioni sulle vette e le devastanti valanghe, provocò un alto tributo di sangue da entrambe le parti su tutta la linea del fronte. Il soldato combattente, tentò di resistere all’uomo nemico così come alle intemperie della montagna. Difesa ed attacco si trasferirono nel sottosuolo e crearono un sistema ampiamente ramificato di caverne rocciose e di gallerie all’interno dei ghiacciai.

Il 24 ottobre 1917 le truppe austriache e tedesche congiunte iniziarono un’operazione offensiva in grande stile a partire dal territorio di Plezzo e Tolmino, raggiungendo il Piave il 12 novembre, ma non riuscirono nuovamente a sfondare nella pianura veneta. Nonostante ciò, riuscirono comunque ad ottenere la ritirata delle truppe italiane dalle Dolomiti per il Tirolo. Nei rimanenti territori di combattimento tirolesi e sui nuovi fronti di guerra, il conflitto reclamò un’ecatombe di soldati…

 

Museo

Italiano

Breve storia del Museo del Reggimento Rainer

La Fortezza Hohensalzburg ospita al suo interno il Museo Rainer sin dall’anno 1924. Il museo ha l’onorevole compito di mantenere vivi il ricordo e la storia dell’ex Reggimento di Salisburgo, il Reggimento di Fanteria Imperiale e Regia “Arciduca Rainer”N° 59.

Oberst Maximilian Lauer All’inizio della prima guerra mondiale, l’allora comandante del Reggimento, il tenente colonnello Maximilian Lauer, aveva dato ordine di collezionare oggetti come armi, uniformi, foto, bottini di guerra ed altro per l’allestimento di una sala commemorativa. All’inizio del 1918 il colonello Lauer riuscì ad ottenere che al terzo piano del corpo centrale della Fortezza Hohensalzburg venissero messe a disposizione due sale per un museo dedicato al Reggimento Rainer.

Inaugurazione del museo nel 1924

on l’aiuto zelante di alcuni ex soldati del Reggimento Rainer, i lavori all’allestimento del museo proseguirono dal 1918, dopo la fine della guerra, fino al 1924, anno in cui fu definitivamente inaugurato in forma solenne sotto l’egida dell’allora Governatore del Land, il Dott. Franz Rehrl.

Attualmente il Museo del Reggimento Rainer comprende otto sale, che rappresentano cronologicamente l’intera storia del Reggimento di Rainer, dal 1682, anno della fondazione, fino alla fine della Prima Guerra mondiale nel 1918.

S A L E   d ' E S P O S I Z I O N E
  1. Sala della cura delle tradizioni e mostre temporanee — acceso alla sala memoriale
  2. I luoghi delle missioni militari, guerre napoleoniche e guerre d'indipendenza
  3. Età della Restaurazione e "Gruenderzeit"
  4. La Prima Guerra mondiale, la Marcia reggimentale degli Rainer ("Rainermarsch")
  5. Guerra e Arte
  6. Al fronte sud-occidentale, centralino telefonico
  7. Fronte di roccia e ghiaccio
  8. Cura delle tradizioni, assistenza alle vittime di guerra, film

Due delle otto sale, con una superficie più estesa, verranno adattate ed allestite nel corso del 2016, anche per ospitare mostre temporanee. Una di queste sale in particolare sarà dedicata alla cura della tradizione del Reggimento di Rainer nel periodo posteriore al 1918.

Parte essenziale della mostra sono tre plastici tridimensionali a grandezza naturale che mostrano due scene di battaglia della Prima Guerra mondiale nel fronte sud-occidentale della Monarchia imperial-regia, e una scena di battaglia in Galizia.

Il Museo di Rainer sulla Fortezza di Hohensalzburg conserva inoltre numerose armi, uniformi militari e quadri di valore storico-militare.

Il significato, anche dopo il 1918, dell’Associazione di Rainer come associazione-politico-militare tradizionale riconosciuta dallo Stato, e del Museo del Reggimento Rainer  si  rispecchia  nel grande supporto  nella  cura della tradizione  da parte dell’Esercito federale della Prima Repubblica (1918 – 1938) e della Seconda Repubblica austriaca (a partire dalla ricostituzione dell’esercito federale  nel 1955 fino ai giorni nostri).

vedi Link Storia” e “Cura della tradizione”

 

Libri

Italiano

I libri sotto indicati sono disponibili nel chiosco del museo:


Tirol vor und im 1. Weltkrieg 
"Der Erste Weltkrieg 1914 - 1918 - Die Tiroler Front 1915 - 1918" 
(Tyrol before and during World War I
"The First World War 1914 - 1918 - the Tyrolean Front 1915 - 1918")

Authors: Franz Heinz von Hye, Andreas Gottsmann, Martha Stocker, Maddalena Guiotto, Josef Gelmi, Richard Schober, Franz Pahl, Wolfgang Jochberger, Norbert Parschalk, Hans Daxer, Paul Rainer, Leonardo Malatesta
Publisher: Suedtiroler Schuetzenbund
ISBN: 88-8300-029-3

price: 25 €


Andenken aus Eiserner Zeit
"Patriotische Abzeichen der oesterreichich-ungarischen Monarchie von 1914 - 1918"
(Memorabilia of an "Iron" Era - patriotic medals of the Austro-Hungarian monarchy)
Tristan Loidl
ISBN: 3-9501642-4-3
 
price: 71 €
 

Ortlerkaempfe 1915-1918 
"Der Koenig der Deutschen Alpen und seine Helden" 
(Ortler Mountain Battles 1915-1918  "The King of the German Alps and its Heroes")
Author/Publisher: Helmut Golowitsch, 
von Generalmajor a.D. Freiherr von Lempruch >ergänzt durch historische Beitraege
Publishing House: "Buchdienst Suedtirol", www.buchdienst.com 
ISBN: 3-923995-28-8
 

price: 40 €


Unbekannte Festung Hohensalzburg
(The Unknown Fortress of Hohensalzburg)
Stefan Haslacher und Michael Günther
ISBN: 978-3-7025-0710-7
 

price: 25 €

 


Der Minenkrieg auf dem Monte Cimone 1916-1918
(War of Mines on Monte Cimone 1916-1918)
Robert Stiffler 
Schriftenreihe zur Zeitgeschichte Tirols, Band 12B
Publishing House: Buchdienst Tirol
ISBN: 3-923995-21-0
 

price: 18 €

 


Berge wurden Burgen
Erzählungen eines Frontkämpfers
(Mountains turned into Fortresses, as told by a front soldier)
Josef Poelzlleitner
Oesterreichischer Milizverlag, Salzburg
ISBN: 978-3-901185-52-6
 

price: 15 €

 


Das Oesterreichische Bundesheer 1955 - 2005
(The Austrian Armed Forces 1955 - 2005)
Engelbert Lagler
Oesterreichischer Milizverlag, Salzburg; Sonderheft 20 der Pallasch-Serie
 

price: 12 €

 
 
 


Die "Rainer"
Das Salzburger Hausregiment 
("Rainer" - Salzburg's Infantry Regiment)
Hermann Hinterstoisser
Oesterreichischer Milizverlag, Salzburg 
Pallasch - Zeitschrift fuer Militaergeschichte - Organ der Oesterreichischen Gesellschaft fuer Heereskunde; S6, July 2014, ISBN: 978-3-902721-98-3
 

price: 8 €


Salzburger Kontingente im Dienste des Kaisers
(Salzburg Troop Contingents Serving in the Emperor's Armies)

Erzbischoefliches Militaer auf den Kriegsschauplaetzen Europas
(The Archbishop's Military on the Battlefields of Europe)
Kurt Anton Mitterer, Harald Walter Gredler
Oesterreichischer Milizverlag, Salzburg
Pallasch - Zeitschrift für Militaergeschichte - Organ der Oesterreichischen Gesellschaft für Heereskunde; 74, October 2020, ISBN: 978-3-902721-74-7

price: 17 €


Erzherzog Eugen 1863 - 1954
(Archduke Eugene 1863 - 1954)
Rupert Stummer
Oesterreichischer Milizverlag, Salzburg
ISBN: 978-3-901185-39-7
 

price: 26 €

 
 


Kriegstagebuch
"Ein Salzburger im 1. Weltkrieg von 1916 - 1918"
(War Diary - J.R. Werner, "A Salzburg Infantryman during World War I (1916-1918"))
J.R. Werner

Publisher: H.Gredler
Oesterreichischer Milizverlag, Salzburg
ISBN: 978-901-185-48-9

price: 18 €


Die k.u.k. Armee 
im Ersten Weltkrieg - Uniformierung und Ausruestung von 1914 bis 1918
(The k.u.k. Armed Forces during World War I - Uniforms, Arms and Equipment 1914 - 1918), 2 illustrated volumes)
M. Christian Ortner
Hermann Hinterstoisser
Verlag Militaria GmbH, Vienna
ISBN: 978-3-902526-63-2
 

price: 129,80 €
No German language edition available at this time! An English version is available at the publishing company (Verlag Militaria Wien) at the same price.


 

Souvenir

Italiano

I souvenir sotto indicati sono disponibili nel chiosco del museo:


Kalender - herausgegeben aus Anlaß des Gedenkens an das Ende des Ersten Weltkriegs im November 1918

Preis: 5 €


Stofftasche mit altösterreichischem Wappen

Preis: 6 €


Stofftasche mit Bild von Kaiserin Elisabeth
Elisabeth - Kaiserin von Österreich, Königin von Ungarn

Preis: 6 €


„1OO Jahre Rainermarsch (1915 – 2O15 )“

Sonderbriefmarke Aufkleber
Postkarte

 

Tradizione Militare

Italiano

Dal punto di vista militare, dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918 la tradizione del Reggimento Rainer viene mantenuta in maniera determinante dalle seguenti divisioni militari (e dai loro successori):

3° Battaglione alpino salisburghese
1920

Gebirgsjägerregiment Nr.137
1938

12° Reggimento di fanteria
1935

137° Reggimento Alpino
1938

29° Corpo di Polizia Militare salisburghese
1956

8ª Brigata del Reggimento di addestramento
1963

82° Reggimento di Milizia territoriale
sciolto nel 1992

8° Reggimento Alpini
sciolto nel 1999

Battaglione Alpini Salisburgo “Arciduca Rainer“
2006

Alcuni ex membri del Reggimento Rainer, riunitisi già dal 1919, fondarono nel 1921 l’”Associazione di Rainer“ in tedesco “Rainerbund”, che da allora si occupa del mantenimento della tradizione del Reggimento. I portatori delle insegne nelle celebrazioni militari e in altre occasioni ufficiali indossano ancora oggi l’uniforme da parata introdotta nel 1868.

Nel 1989 l’associazione “Rainerbund” si è fusa temporaneamente con l’Associazione degli Alpini salisburghesi. Nel 1967 è stato inaugurato il monumento commemorativo degli alpini sull’Untersberg, a Salisburgo.

Nonostante perdite dolorose, il Museo del Reggimento venne portato avanti anche dopo la Seconda guerra mondiale e nel 2014, con il nuovo presidente Mag. Markus Lechner si intraprese la risistemazione del museo.

I musicisti delle fanfare tradizionali, riuniti intorno al Dr. H. Glaser e a Paul Hofbauer, ex-capobanda della Banda della Posta salisburghese, colsero l’occasione dello scioglimento dell’Ottavo Reggimento alpino per rinnovare la Rainermusik, la fanfara tradizionale del 59° Reggimento di Fanteria Imperial-Regio, al fine di mantenere la tradizione delle fanfare del passato austriaco.

Questa eccellente fanfara, molto apprezzata, si dedica oggi anche alla memoria del famoso Reggimento salisburghese.

Anche il corpo tradizionale degli Schützen (o “Sizzeri”) di Rainer, fondato dal Ten. Col. Guido Zobl, prende parte dal 1998 a diverse manifestazioni militari di commemorazione, in autentiche uniformi da parata anteriori al 1918.

Sono dedicati a Rainer anche altri gruppi locali anche al di fuori del capoluogo del Salisburghese (a Haag am Hausruck, a Ostermiething e a Ried im Innkreis).

Rainer-Obelisk beim Kommunalfriedhof Salzburg

 

 

Il passato del reggimento salisburghese viene ancora oggi testimoniato dall’obelisco di Rainer davanti al Cimitero Comunale, dal monumento a Rainer sulla Fortezza, dal cimitero di Rainer nel Parco di Donnenberg nel quartiere di Salisburgo Nonntal, dalla lapide Albori a Elsbethen (la lapide per il Generale Albori, comandante provvisorio del Reggimento durante la Prima Guerra Mondiale), e da alcuni nomi di strade (la Rainerstrasse a Salisburgo, Hans-Schmid-Platz, a Salzburg-Maxglan, Erzherzog Rainer Straße nella Caserma Schwarzenberg a Wals-Siezenheim, e la riva dell’Arciduca Rainer a Hallein.

 

 

 

Rainerkaserne - Einfahrt



Un monumento parzialmente sotto tutela dei Beni architettonici austriaci è la Caserma di Rainer (Rainerkaserne) a Glasenbach, un tempo annoverata come gioiello tra le caserme austriache, e piacevole ricordo di migliaia di soldati in addestramento. La caserma è stata venduta dall’associazione alla ditta Red Bull nel 2013, sottraendo un’ altra pietra angolare alla tradizione militare salisburghese

Un contributo attuale e particolarmente significativo del mantenimento della tradizione di Rainer è rappresentato dall’unico Jägerbataillon Salzburg „Erzherzog Rainer“, fondato nel 2006, appartenente alla Milizia, cioè un associazione di riservisti di fanteria richiamabile alle armi in caso di mobilitazione. È costituito da 692 soldati e si compone di uno Stato Maggiore, una compagnia di Stato Maggiore e di tre compagnie alpine. Il maggiore fornitore locale di energia elettrica, la Salzburg AG, è sponsor civile del Battaglione alpino “Arciduca Rainer”, e la sua sede è la Caserma Strucker a Tamsweg.

Nel 1930 l’Associazione ha fatto erigere una lapide a Bregenz in ricordo dell’inizio della guerra del 1914.

La coscienza storica viene però risvegliata soprattutto dalla marcia reggimentale, il Rainermarsch, inno ufficioso della regione, che gode ovunque di ininterrotta popolarità.

Nel cimitero comunale di Salisburgo sono sepolte le spoglie del Prof. Hans Schmid, in una tomba bisoma ben curata dal comune di Salisburgo.

L’Associazione “Rainerbund” si impegna a mantenere la tradizione nel rispetto della storia militare e da decenni viene supportata fattivamente e meritoriamente dal comando militare di Salisburgo.